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Curare la Dermatite Seborroica con il cibo

  • lapelle.it
  • 29 feb 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Un importante ruolo nella eziologia della Dermatite Seborroica risiede nei lipidi della ghiandola sebacea ma va studiato anche il metabolismo lipidico in generale

La patogenesi della Dermatite Seborroica non e' stata ancora chiarita e diversi fattori, esogeni ed endogeni, vengono considerati come possibili fattori patogenetici. La definizione “dermatite seborroica” puo' facilmente indurre a pensare alla presenza di seborrea; in realta' i soggetti affetti da tale dermatite non necessariamente presentano una secrezione sebacea aumentata ne' e' stata dimostrata alcuna correlazione tra l'attivita' della ghiandola sebacea e la suscettibilita' alla patologia. È innegabile che le zone del corpo maggiormente colpite dalla dermatite seborroica siano comunque quelle nelle quali vi e' una maggiore quantita' di lipidi di superficie cutanea, ossia quelle zone ricche in ghiandole sebacee nelle quali oltre ai lipidi epidermici si trovano anche i lipidi che costituiscono il sebo. Un diretto coinvolgimento della ghiandola sebacea e/o della sua secrezione non puo' quindi essere escluso ed eventuali alterazioni a carico della composizione del sebo devono essere pertanto prese in considerazione tra i fenomeni associati all'insorgenza e sviluppo della patologia. Come e' noto, i lipidi di superficie cutanea sono costituiti da diverse classi lipidiche tra i quali gli esteri delle cere e lo squalene rappresentano i lipidi caratteristici della sola secrezione sebacea. Lo squalene, lipide specifico del sebo umano, presenta un elevato grado di insaturazione che lo rende una molecola facilmente suscettibile a fenomeni perossidativi. Il prodotto principale della reazione di ossidazione e' lo squalene perossido che e' in grado di indurre reazioni di tipo infiammatorio. L'importanza di mantenere bassi i livelli di squalene perossido nei lipidi superficiali cutanei sembra essere confermata dal fatto che esiste una correlazione diretta tra la quantita' di squalene e la quantita' di vitamina E, principale antiossidante liposolubile veicolato attraverso la secrezione sebacea sulla superficie cutanea. Recenti studi eseguiti nel nostro laboratorio sul sebo di soggetti affetti da dermatite seborroica hanno messo in evidenza, confermando dati ottenuti precedentemente, che il sebo di tali soggetti presenta una minore quantita' di squalene. Tale diminuzione sembra essere dovuta a reazioni di perossidazione che portano alla formazione di squalene perossido, quest'ultimo e' infatti presente nel sebo dei soggetti affetti da dermatite seborroica a livelli piu' alti rispetto a quanto riscontrato nel sebo di soggetti sani. Parallelamente e' stata riscontrata anche una diminuzione nella quantita' di vitamina E, ulteriore conferma di una alterazione di tipo ossidativo.

La dermatite seborroica sembra quindi essere caratterizzata da alterazioni qualitative della secrezione sebacea, alterazioni che potrebbero giustificare, almeno in parte, la reazione infiammatoria che si riscontra in corso di patologia. È possibile attribuire un importante ruolo nell'insorgenza della patologia non solo ai lipidi prodotti dalla ghiandola sebacea, ma al metabolismo lipidico in senso generale; i soggetti affetti da dermatite seborroica presentano infatti anche una diversa composizione, rispetto ai soggetti sani, degli acidi grassi plasmatici. In particolare e' stato evidenziato un deficit di acidi grassi poli-insaturi associato a una significativa riduzione di vitamina E anch'essa plasmatica. Considerando le alterazioni riscontrate sia a livello plasmatico sia a livello sebaceo e' possibile ipotizzare che i lipidi epidermici che sono maggiormente influenzati dagli acidi grassi presenti nel circolo ematico, potrebbero non essere correttamente sintetizzati e dare luogo a fenomeni desquamativi; la minore quantita' di vitamina E disponibile potrebbe non essere sufficiente a garantire al sebo una protezione antiossidante efficace portando alla formazione di squalene perossido con conseguente sviluppo di una reazione infiammatoria. Approcci terapeutici di tipo sistemico in grado di fornire una Diversi casi di dermatite seborroica

protezione antiossidante e in grado di intervenire a livello del metabolismo lipidico, in particolare a livello della sintesi degli acidi grassi, potrebbero quindi rivelarsi efficaci sulla base dei markers biochimici messi in evidenza nella dermatite seborroica. Bibliografia su richiesta

Squalene e Vitamina E La constatazione che in corso di Dermatite seborroica non aumenta la secrezione sebacea, porta a valutare in maniera più attenta eventuali alterazioni della composizione lipidica del sebo stesso. In particolare il ruolo svolto dallo Squalene, un lipide specifico del sebo umano che nel corso della malattia tende a diminuire, in maniera quasi proporzionale al calo di vitamina E, e all’aumento di Squalene monoidroperossido. Questo dato è stato dimostrato dal punto di vista sperimentale tramite il prelievo di sebo sulla fronte con Sebutapes® ed estrazione con etanolo. L’analisi LC-MS riesce a determinare la quantità di squalene e di Squalene monoidroperossido (SQ-OOH) che sono correlate a quella di Vitamina E. La Vitamina E correla con lo Squalene, importante antiossidante cutaneo, nell’ambito di una strategia anti-ossidante fisiologica tesa a mantenere bassi livelli di perossidazione dello Squalene nei lipidi superficiali cutanei.

La presenza di sei doppi legami nella formula dello squalene lo rende infatti un importante target biochimico delle radiazioni UV, facilmente suscettibile di photo-ossidazione. Lo Squalene è infatti il lipide più colpito (60% dopo 100-120 mJ/cm2) e va incontro a una rapida degradazione che facilita l’infiammazione specifica in diverse patologie dermatologiche, inclusa la dermatite seborroica (30%) -

Picardo M et al, Arch Dermatol Res, 283:191-197, 1990


 
 
 

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